Siamo abituati a dover versare i nostri soldi ad Equitalia, la società pubblica del nostro Paese con il compito di riscuotere i tributi sull’intero territorio nazionale. Ma questa volta vi spieghiamo quando non siamo noi a dover metter mano al portafoglio per pagare Equitalia ma è la società in questione a doverci pagare. Vi sembra un sogno? In effetti Equitalia rappresenta un incubo per la maggior parte degli italiani, oggi stremati dalla crisi economica. Equitalia non ci fa nessun regalo, ma può capitare che ci debba un rimborso.
Sono due le tipologie di rimborso a cui un cittadino può avere diritto da parte di Equitalia. Il primo è il rimborso da eccedenza da pagamento, mentre il secondo è il cosiddetto rimborso da eccedenza da sgravio. Entrambe queste situazioni possono essere piuttosto frequenti, per questo motivo le analizziamo entrambe cercando di darvi tutte le informazioni utili in proposito.
Il rimborso da eccedenza da pagamento spetta al contribuente che per errore ha effettuato un pagamento di un importo superiore a quello dovuto. Ad esempio, se il contribuente ha pagato per sbaglio una bolletta due volte e la somma versata supera i 50 euro, ha tutto il diritto di chiedere il rimborso.
La modalità per ottenere il rimborso è abbastanza semplice: sarà l’agente della riscossione ad essere incaricato di notificare una comunicazione di rimborso. Dal momento della notifica il contribuente ha tre mesi di tempo per riscuotere la somma presso uno degli sportelli indicati. Se questo termine dei tre mesi non verrà rispettato, il cittadino per la riscossione dovrà rivolgersi direttamente all’ente creditore. Si parla invece di rimborso da eccedenza da sgravio quando il contribuente ha ottenuto lo sgravio solo dopo aver effettuato il suo pagamento. Anche in questo caso ottenere il rimborso è semplice: verrà inviato al contribuente l’invito a rivolgersi direttamente presso uno degli sportelli di Equitalia per ritirare la somma dovuta.
Fonte immagine: infoiva.com
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