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La Tassa sui Rifiuti TARSU: come farcela pesare di meno

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La TARSU è la tassa per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani; viene pagata ogni anno in base ai metri quadrati dell’abitazione. Può essere una tassa molto onerosa, ma alcuni modi per risparmiare sul suo costo ci sono.

La prima non è propriamente un “risparmio”, ma un risarcimento, che possiamo chiedere al nostro Comune se ci sono i requisiti per farlo. Infatti secondo una sentenza della Corte di Cassazione dell’autunno scorso (2011), in linea con l’orientamento comunitario, la TARSU è una tassa (e non una tariffa) e pertanto non assoggettabile all’imposta I.V.A. In parole povere non si può mettere una tassa (l’IVA) su un’altra tassa (la TARSU). Alcuni Comuni tuttavia hanno applicato l’IVA del 10 %, sulla quale possiamo chiedere un rimborso sugli importi a partire dall’anno 1998. E’ possibile rivolgersi al Codacons, a pagamento, oppure si può presentare personalmente una istanza al Comune e, in caso di mancato riscontro, presentare un ricorso alla Commissione Tributaria competente.

Nel campo del risparmio reale molti comuni italiani stanno incentivando il compostaggio domestico con una riduzione della TARSU, fornendo pratici composter o rimborsandone il costo sostenuto. Questo sistema farà del bene anche all’ambiente e ci fornirà anche il concime naturale per il nostro giardino senza doverlo comprare.

Ci sono poi dei piccoli accorgimenti per non essere supinamente sottoposti all’intero importo della tassa (che, ricordiamolo, funziona sui metri quadrati); per prima cosa è bene distinguere le superfici oggetto di tassazione o applicazione della tariffa ambientale in quanto esistono diverse categorie di attribuzione previste (per obbligo) nei Regolamenti Comunali. Ad esempio: locali adibiti ad uffici debbono essere distinti da locali ad uso servizi, o mensa, o magazzini, aree produttive ecc.

In secondo luogo la legge prevede l’esclusione ex-lege delle aree produttive dedicate a rifiuti speciali, tossico o nocivi; in sede di denuncia quindi, è importante segnalare ed evidenziare all’Ente impositore la superficie da escludere dalla tassa o tariffa. Particolare attenzione va posta per quelle attività che producono dei rifiuti derivanti da scarti da imballaggio ( carta cartone, plastiche, bancali in legno, imballaggi diversi): per queste tipologie di rifiuti vi è l’obbligo del corretto avvio al recupero a cura e spesa del produttore stesso. Infine le aree esterne (come piazzali esterni ad uso di transito, zone di parcheggio ecc.) non sono soggette alla tassa né all’applicazione della tariffa ambientale.

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