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Saldi Estivi: flop alla partenza

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Saldi in tempo di crisi: dimenticate le lughe file fuori dai negozi e la ressa all’interno. In realtà l’inizio dei saldi estivi nelle città italiane, partiti sabato 7 luglio, non è stato caratterizzato da nessuna scena di questo tipo. A confermarcelo è l’Adico, l’Associazione Difesa dei Consumatori, che ci parla di un fine settimana piuttosto deludente per gli esercenti. Crollo delle vendite? A quanto pare è proprio così, ma vediamo nel dettaglio com’è andata nella nostra penisola.

Secondo proprio i dati dell’Adico, a cui ci atteniamo, l’avvio dei saldi estivi è stato piuttosto soft nelle città di Mestre e di Venezia. Il sondaggio rivela nello specifico che soltanto un veneziano su quattro ha approfittato degli sconti. Dunque, come potete ben immaginare, l’inizio è stato ben deludente per i commercianti, che hanno visto solo poche persone più del solito metter piede nei propri esercizi commerciali. E anche coloro che hanno deciso di mettere mano al portafoglio non si lasciano andare a grandi spese: per il presidente dell’Adico, Carlo Garofalini, la media di acquisti a persona non supererà i 200 euro, anche se uno su quattro in realtà non spenderà più di 100 euro.

La situazione non cambia di tanto a Verona, anch’essa come Venezia una città solitamente florida, ma messa in difficoltà dalla presenza sul territorio dei grandi outlet così come dalla sempre maggiore tendenza ad effettuare i propri acquisti online. Ma diciamo pure che non si tratta proprio di una sorpresa: il Codacons già ben prima della partenza aveva previsto un vero e proprio flop, con una flessione del ben 20% rispetto allo scorso anno. A bloccare gli italiani dallo shopping sfrenato inutile dire che sono state le tasse e le stangate date dal Governo ai cittadini, effetto Imu in primis.

Infine, ricordiamo brevemente i settori “più fortunati” di questo primo week-end. Sempre l’Adico riferisce che chi ha beneficiato dei saldi ha speso soprattutto in abbigliamento (32%). Seguono gli articoli per bambini (32%), le calzature e gli accessori (23%), e in ultimo l’intimo e i costumi (4%).

Fonte immagine: ilbloggatore.com

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