Oggi avere un lavoro non è più la normalità, ma una vera e propria fortuna. Soprattutto a farla da padrone è il precariato, che riguarda ormai non più i giovanissimi. Ma non è il precariato l’unica macchia nera del lavoro in italiano. Ce n’è un’altra, ancor più grave e preoccupante, che è rappresentata dal lavoro in nero. Pur di portare a casa uno stipendio, qualunque esso sia, sono in tantissime le persone nel nostro Paese che accettano di lavorare senza alcun contratto. E’ chiaro che il pezzo di carta tutela il lavoratore, mentre non firmarne alcuno equivale a non avere alcune garanzia e protezione.
Lavorare in nero vuol dire essere dei lavoratori invisibili per lo stato, dunque ricevere una paga non adeguata alle proprie prestazioni, non avere garanzie previdenziali, e soprattutto, cosa ancor più grave, non avere alcuna garanzia di sicurezza sul posto di lavoro.
Tuttavia, come anticipato, sono in tanti ad accettare di lavorare in modo non regolare, spinti ancor più che dalla necessità dalla disperazione. Ma affinché questo cancro venga estirpato è necessario agire. Pertanto, vediamo in che modo è possibile denunciare il lavoro in nero. Il modo più semplice per farlo è rivolgendosi all’Ufficio di Ispettorato Provinciale del Lavoro più vicino a casa propria.
Si può anche scegliere di rivolgersi alla Guardia di Finanza. E’ bene sapere che è possibile sporgere denuncia anche soltanto con una segnalazione anonima. Naturalmente, si occupano poi di tutelare i lavoratori i sindacati che, una volta rilasciata la propria denuncia, provvedono a sbrigare l’intera faccenda. Ci sono anche casi in cui ad essere denunciate sono delle condizioni igienico-sanitarie o di sicurezza sul lavoro precarie. In tal caso gli enti a cui rivolgersi sono l’Asl, che si occupa proprio di garantire il rispetto delle norme essenziali per il diritto alla salute nei luoghi di lavoro, l’Inail e l’Inps.
Fonte immagine: http://www.investireoggi.it/fisco/lavoro-nero-per-cassazione-lavoratore-corresponsabile/
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